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VORTIOXETINA, IL NUOVO ANTIDEPRESSIVO CON AZIONE MULTIMODALE
VORTIOXETINA, IL NUOVO ANTIDEPRESSIVO CON AZIONE MULTIMODALE
Vortioxetina è il nome della nuova molecola per il trattamento della Depressione Maggiore, approvato dalla Food and Drug Administration nel 2013 e in commercio da alcuni mesi con il nome di Brintellix©.
Può essere considerata una evoluzione degli SSRI (“Selective Serotonin Reuptake Inhibitors”), una famiglia di farmaci che inibendo in maniera selettiva la ricaptazione della serotonina, favoriscono l’aumento a livello delle sinapsi neuronali di questo neurotrasmettitore altamente coinvolto nei disturbi depressivi e ansiosi. Il capostipite di questa famiglia, la fluoxetina, meglio nota con il nome commerciale di Prozac, giunse in Italia 25 anni fa, e, sulla scia del suo successo commerciale, sono stati prodotti altri antidepressivi di questa stessa classe, con efficacia e profilo di effetti collaterali molto simili. In generale tutti gli SSRI presentano scarsi effetti collaterali, come un lieve aumento dell’ansia durante la prima settimana di trattamento, e, per quanto riguarda gli effetti a lungo termine, è possibile una lieve variazione di peso e alcuni effetti di tipo sessuale. Sebbene durante un episodio depressivo la sessualità sia in genere ridotta, in una terapia antidepressiva a lungo termine la presenza di effetti collaterali di tipo sessuale può essere motivo di interruzione della cura. Uno dei vantaggi della vortioxetina è l’assoluta neutralità sia sulla vita sessuale che sul peso.
 
Per quanto riguarda il meccanismo d’azione, questa nuova molecola che inaugura la classe degli antidepressivi “multimodali”, agisce non soltanto come inibitore della ricaptazione della serotonina, ma anche come antagonista dei recettori serotoninergici 5-HT3-R, 5-HT7-R e 5-HT1D-R, come agonista parziale del recettore 5-HT1B-R, e come agonista totale del recettore 5-HT1A-R portando ad una modulazione della neurotrasmissione in diversi sistemi, incluso principalmente quello della serotonina ma anche quelli della noradrenalina, dopamina, istamina, acetilcolina, GABA e glutammato. Questa attività multimodale è considerata responsabile degli effetti antidepressivo ed ansiolitico-simile e del miglioramento della funzione cognitiva, di apprendimento e della memoria dimostrati dalla vortioxetina. Tali funzioni sono spesso alterate nel paziente depresso. Nel corso di un episodio depressivo infatti, oltre alla deflessione del tono dell’umore, perdita di piacere per tutte le attività, alterazioni del sonno e dell’appetito, agitazione o rallentamento psicomotorio, perdita di energia e sentimenti di autosvalutazione,  spesso sono presenti anche importanti sintomi cognitivi. Questi sintomi, cioè compromissione dell’attenzione, della velocità psicomotoria, delle funzioni esecutive e della memoria, sono presenti per il 94% del tempo nella fase acuta della depressione e per il 44% del tempo in remissione, e incidono significativamente sulle performance lavorative, funzionalità psicosociale e sulla qualità della vita. Una caratteristica particolarmente interessante di vortioxetina sarebbe quella di avere effetti benefici sulle funzioni cognitive, dimostrati dai punteggi nei test sulla velocità di elaborazione, sull’apprendimento verbale e sulla memoria. 
Come gli altri antidepressivi è stato ipotizzato l’utilizzo di vortioxetina anche nel trattamento dei disturbi d’ansia. Recenti studi hanno valutato l’efficacia e la sicurezza del farmaco nel disturbo d’ansia generalizzato (GAD) degli adulti.
L’efficacia sembrerebbe maggiore nei GAD di gravità elevata rispetto a quelli di lieve entità. Inoltre vortioxetina è risultata significativamente efficace nel ridurre i sintomi di ansia in pazienti con depressione maggiore.
 
L’efficacia e la sicurezza di vortioxetina per il trattamento di adulti con disturbo depressivo maggiore sono state valutate in 11 studi randomizzati, in doppio cieco, controllati con placebo della durata di 6/8 settimane. Le dosi somministrate variavano da 5 a 20 mg al giorno. L’obiettivo primario delle ricerche era rappresentato dalla variazione di punteggio alla Montgomery-Asberg Depression Rating Scale (MADRS). Il tasso di risposta era rappresentato da una riduzione alla MADRS ≥50%; il tasso di remissione, invece, da una riduzione ≤ a 10. 1824 pazienti sono stati trattati con placebo e 3304 pazienti con vortioxetina. Dai risultati emergerebbe che vortioxetina alla dose di 5, 10 e 20 al giorno sembrerebbe associata ad una riduzione significativa del punteggio totale alla MADRS rispetto al placebo. 
 
Oltre l’efficacia clinica sono state ampiamente valutate la sicurezza e la tollerabilità  del farmaco ed è emersa una minore incidenza di effetti collaterali rispetto agli altri farmaci antidepressivi (incidenza che era già molto bassa per gli SSRI).
Sembra che il più frequente e rilevante effetto collaterale, significativamente più frequente nei pazienti trattati rispetto al placebo, è stata la nausea (22,4% contro 7,5%). 
A differenza della maggior parte degli altri antidepressivi non vengono riportate disfunzioni sessuali. Inoltre il farmaco non ha mostrato effetti cardiovascolari nè alterazioni dei parametri elettrocardiografici (QT, QTc, PR e QRS). Anche sul sonno si è dimostrato neutro, non aumentando l’incidenza di insonnia o di sonnolenza. Inoltre non sono emersi sintomi da sospensione negli studi con vortioxetina sia a breve che a lungo termine, per cui l’assunzione può essere sospesa bruscamente senza necessità di riduzione graduale della dose.

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