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Binge-eating
Binge-eating

Il binge-eating (binge-eating disorder, disturbo da alimentazione incontrollata), è un disturbo dell’alimentazione caratterizzato da abbuffate analoghe a quelle della bulimia, ma che non vengono seguite da pratiche di eliminazione o compensazione. Chi ne è affetto, quindi, è spesso in sovrappeso e soffre psicologicamente per questa condizione molto più di persone obese che mangiano in modo non compulsivo. Molti pazienti cercano ripetutamente di seguire diete finalizzate alla perdita di peso senza riuscirci, ricavandone una profonda frustrazione. Circa la metà delle persone affette da disturbo da binge-eating soffre anche di depressione, insorta precedentemente o successivamente allo sviluppo del disturbo alimentare.

Come per l’anoressia e la bulimia, l’origine del disturbo da binge-eating è complessa e in parte legata a una predisposizione genetica, a cui si sommano una serie di fattori personali, familiari, sociali e ambientali sfavorevoli. Studi condotti negli ultimi anni hanno inoltre permesso di evidenziare nei soggetti obesi alterazioni specifiche a livello di ormoni e neurotrasmettitori che regolano appetito, sazietà e stimolo all’assunzione di cibo, presenti nel cervello o a livello gastroenterico (in particolare, leptina e grelina). Anche il sonno è risultato strettamente correlato alle alterazioni del comportamento alimentare tipiche del disturbo da binge-eating.

Di fronte a una persona obesa o in forte sovrappeso il medico può facilmente emettere una diagnosi di disturbo da binge-eating analizzando le caratteristiche del comportamento alimentare e il livello di accettazione della sua condizione fisica. La presenza di abbuffate ripetute almeno una volta alla settimana per almeno tre mesi, caratterizzate dall’ingestione compulsiva di grandi quantità di cibo in tempi relativamente brevi e a prescindere da una reale sensazione di fame, e l’impossibilità di seguire diete ipocaloriche nonostante un sincero desiderio di perdere peso sono chiari segnali che la persona soffre di questo disturbo alimentare. Come nel caso della bulimia, le abbuffate vengono effettuate in solitudine, sono associate alla sensazione di perdita di controllo sulle quantità di cibo assunto e terminano soltanto in seguito a una sensazione di pienezza eccessiva e sgradevole. Mancando il comportamento compensatorio, inoltre, le abbuffate sono immediatamente seguite da malessere fisico e psicologico, con forte senso di frustrazione, disgusto verso se stessi e riduzione dell’autostima. La diagnosi è rafforzata dall’evidenza di sintomi depressivi.

Il binge eating è difficile da affrontare, sia dal punto di vista psicologico sia per la complessità delle implicazioni organiche. Per assicurare al paziente buone probabilità di ottenere un recupero efficace, sicuro e duraturo è essenziale prevedere un approccio multidisciplinare, basato sul coinvolgimento dello psichiatra e del nutrizionista.

Dal punto di vista psichiatrico i farmaci più efficaci per questo disturbo sono gli antidepressivi, associati o meno a stabilizzanti che riducono la compulsione verso il cibo (topiramato).

Anche l’approccio psicoterapico è fondamentale e ed è indirizzato a ridefinire il rapporto con il cibo e a fornire al paziente gli strumenti per reagire in modo favorevole a stimoli negativi che si possono comunemente incontrare nella vita quotidiana e che rappresentano il principale fattore scatenante delle abbuffate.

In alcuni casi particolarmente gravi, a causa della necessità di ottenere un calo di peso rapido o dell’impossibilità del paziente di aderire a piani dietetici dimagranti, è possibile valutare l’impiego di farmaci che riducono la sensazione di fame o l’assorbimento dei nutrienti oppure il ricorso a interventi che interferiscono con l’assunzione di cibo o con il suo assorbimento. Va precisato, però, che si tratta di soluzioni non sempre praticabili e caratterizzate da rischi e possibili complicanze per cui il trattamento più adeguato è sempre l’acquisizione di un rapporto sano ed equilibrato con il cibo con conseguente dimagrimento in maniera graduale.

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